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Giorgio Soavi |
Il conte |
finalista 1984 |
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Longanesi, 1983 |
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Alto, magro, colto, raffinato; doppiopetto blu, cappello a lobbia e guanti grigio perla, monocolo, bastone di malacca, il conte Alessio Donati, che una mattina degli anni Cinquanta si presenta in una piccola casa editrice milanese chiedendo di essere aiutato finanziariamente, sprigiona un fascino cui è difficile resistere. È protetto da Adriano Olivetti, il grande industriale creatore di Comunità, e il funzionario che lo riceve e lo ascolta è convinto di aver fatto un incontro decisivo. Ma già durante quel primo colloquio il conte si tradisce: approfittando di un attimo di distrazione del redattore, arraffa dal pacchetto posato sulla scrivania parte delle sigarette e le intasca con gesto fulmineo. È questa solo la prima di una serie di mosse, di trucchi, di imbrogli che riveleranno a poco a poco l'insospettata natura del conte. Ma chi è in realtà Alessio Donati? È soltanto uno scroccone, un truffatore che, avvolto dall'aura di un mitico passato, incanta gli ingenui con le sue vaghe teorie steineriane, o è un sopravvissuto, un annaspante raté, dolente monito e triste profezia nell'Italia di allora così giovanilmente fiduciosa nel futuro? E perchè un uomo come Adriano Olivetti lo protegge? Forse il conte Donati è una sorta di suo double, l'ombra negativa dell'utopia? E il redattore e aspirante scrittore, «così giovane, così disinfettato, così americano», è davvero vittima degli imbrogli del conte e della di lui compagna Olga, che lo aiuta a tessere le sue trame? Oppure, per quel giovane che deve ancora imparare tutto dalla vita, Alessio Donati non sarà piuttosto una sorta di mentore, un dio infero che con la sua paredra lo guida nei labirinti del principio di realtà? Con le sue diverse e molteplici sfaccettature, col gioco vario dei riflessi che suscita negli altri, Alessio Donati è un personaggio di rara densità, anche simbolica, nell'odierna narrativa italiana, è la storia che egli anima, intensa e divertita, Candida e sulfurea, ha la malia musicale di un concertino stregato. |
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Giorgio Soavi - Il conte
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