Giovanni Arpino - Randagio è l'eroe



Giovanni Arpino

Randagio è l'eroe

finalista 1972

Rizzoli, 1972

 

Questo romanzo è nato dopo quasi tre anni di consunzione (non posso usare il termine “lavoro”, estraneo alla fatica narrativa, che è tale se è felice). È maturato fino a sradicarsi dall'embrione originario, fino a dimenticarlo: tra la primavera e l'estate del '71 – per esempio – capii di dover stracciare circa cento pagine che per molto tempo m'erano parse funzionali e che invece, cariche di “fatti” avrebbero soltanto intralciato la portata ideologica di questa “storia”. Come narratore, so di aver costruito, su e giù per romanzi e racconti, vicende e personaggi calati in un magma esistenziale (tranne forse che in Una nuvola d'ira, del '62). È stato, per anni, un impegno naturale, stimolante ma quasi mai difficile da assolvere. Ed ero arrivato al punto in cui il mestiere consente di “fare” e “inventare” indipendentemente dal “credere”, che per l'uomo di romanzo è ancora condizione primaria. I personaggi e le avventure di Randagio è l'eroe mi hanno restituito a un cimento feroce. Ho dovuto lottare con Giuan e Olona per non cedergli ma anche per non costringerli a diventare ciò che essi non volevano. E nello stesso tempo ho dovuto “scalpellare” ogni frase perché il romanzo avanzasse secondo i propositi: cioè una vicenda umana conclusa, fulminea come ritmo, densa e proporzionata come un poemetto. Queste – ovviamente – erano le intenzioni, le ambizioni. Ho cercato di scolpire più che dipingere, di togliere fino all'osso più che cedere alla seduzione romanzesca. Che Giuan e Olona (magari per contrasto) rassomiglino, come ogni personaggio, al loro autore, è congettura tradizionale e anche banale: spero solo che riescano a dimostrare la loro realtà, la loro necessità. Spero che aiutino a credere in una narrativa non sfatta, non esangue e ripiegata sul proprio ombelico. Spero che offrano un simbolo strappato al fermento doloroso del mondo, dei nostri anni, come dovrebbe essere compito – semplice ma profetico – d'un romanzo, oggi.

 

Nessun commento:

Posta un commento