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Giovanni Ricci |
2011 |
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Sardegna criminale Trecento anni di omicidi, brigantaggio e rapimenti nell’isola più misteriosa del Mediterraneo |
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Un viaggio lungo trecento anni nella storia criminale della Sardegna, ripercorso con meticolosità tra editti, “pregoni”, atti giudiziari e rapporti delle forze dell’ordine. Dal banditismo del periodo spagnolo ai provvedimenti di polizia imposti dai regnanti sabaudi, il brigantaggio sardo si presenta come una risposta alle precarie condizioni economiche in cui versa l’isola e dà corpo ai sogni irredentisti della popolazione. Un percorso doloroso scandito da tappe memorabili: l’ammutinamento della Gallura e la “Notte di San Bartolomeo”, il conflitto di Morgogliai e le disamistades di Aggius, Orgosolo e Sedilo. Il libro racconta il passaggio dalle “bardane” – gigantesche grassazioni che colpivano interi villaggi – alle grandi rapine stradali, con i nomi tristemente famosi degli orgolesi Liandru e Tandeddu. Ancora più tragiche le vicende che, nella seconda metà del Novecento, inaugurano la stagione dei rapimenti con l’Anonima sequestri e Graziano Mesina, l’Anonima gallurese, la Superanonima. Tra i rapiti molti appartengono al jet-set della Costa Smeralda, alcuni sono personaggi famosi come i cantanti Fabrizio De André e Dori Ghezzi, o lo diventano, loro malgrado, come il piccolo Farouk Kassam. Si arriva alla contemporaneità affrontando i complessi intrecci tramalavita e politica, dando spazio alle stagioni del MAS e di Barbagia Rossa: un’epopea infausta che ha prodotto decine di omicidi. Un’ininterrotta catena di lutti che, con la cattura degli ultimi grandi latitanti sardi – Giovanni Talanas e Pasquale Stochino su tutti – lascia spazio a un’importante annotazione: il persistere di un vincolo mai sciolto tra banditismo e mondo agropastorale. Un vincolo valido oggi come tre secoli fa. | ||
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Giovanni Ricci - Sardegna criminale
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