Giulio Cattaneo - L'uomo delle novità





Giulio Cattaneo

L'uomo delle novità

Candidato 1968

(Edizione Adelphi, 2002)

 

Chi era veramente Ferdinando Tartaglia, protagonista dell'esperienza religiosa forse più radicale ed estrema del Novecento? Che cosa ha scritto? E come mai un pensatore di quel livello è rimasto e rimane tuttora misconosciuto se non decisamente ignoto? Una risposta carica di rivelazioni e suggestioni ci è offerta dal mirabile ritratto che a Tartaglia ha dedicato, nel 1968, Giulio Cattaneo. Un ritratto, come ha scritto Attilio Bertolucci, cui fa da sfondo una Firenze «corsa da tramontane e da eresie parimenti vivificanti ma ahimè non durature», illuminato «a sprazzi mobili, veloci e imprendibili dalla predicazione volante dell'indimenticabile protagonista» e che, con la sua naturalezza e asciuttezza, sembra riallacciarsi idealmente «ai memorialisti e ai cronisti spassionati di tanti secoli addietro». Scorrono davanti ai nostri occhi le frequentazioni di Tartaglia e il vasto ventaglio delle sue letture, dai provenzali a Donne, da Proust a Charles Lamb, dall'Aminta alla Tempesta, e poi i venerati Agostino, Spinoza e Bergson; il contesto socio-politico, dalle Case del Popolo ai Centri di Orientamento Sociale ai circoli socialisti e liberali, cioè i luoghi dove l'uomo della novità inscenava aspramente il versante engagé della sua visione del mondo; il paesaggio tra Parma e la Toscana con i «crepuscoli lunghissimi» che scendono sui poggi e i «lumi della sera» che punteggiano i borghi lontani.

 

 



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