Giuseppe D'Agata - Primo il corpo





Giuseppe D'Agata

Primo il corpo

Candidato 1971

(Edizione Bompiani, 1971)

 

Questo sorprendente romanzo di Giuseppe D’Agata è un romanzo fatto “a treccia”: come dire che, invece di uno spunto, ne ha due. Il primo costituito da una viaggio, naturalmente immaginario, che Leonardo da Vinci, giovanissimo, compie nell’anno 1469 attraverso una Francia affogata in una sorta di diluvio, e di cui riferisce a tre discepoli (A., B. e C.), raccontando del suo incontro con François Villon, l’infame poeta maledetto in fuga da Parigi, vecchio, sanguinante, ubriaco e tuttavia ancora avido di vertigini amatorie. Un viaggio alla ricerca del senso delle cose, della vita, dell’arte e della morte. Il secondo è costituito invece dal rovello mentale di un pittore di anatomie dei nostri giorni, deluso e prigioniero di rancori morali e ideologici, intorno a una relazione scientifica che tratta con gelida, provocatoria e persino crudele insistenza, di un’orrenda tortura della carne, della “rivolta cellulare”, del turpe Innominabile. Un libro, dunque, che dura cinque secoli della “cultura moderna”, e che si sviluppa intorno a un nucleo ideale, a un’interrogazione sui rapporti tra linguaggio e vita, tra scienza e arte, tra menzogna e verità. Ma intorno a questo nucleo si succedono le fasi di una duplice avventura emotiva ed erotica; deflagrano grumi di generosa vitalità; si addensano come in un giuoco di ombre e profili di due indimenticabili coppie di prototipi umani; si alternano amplessi di milleriana e insieme arcaica corposità… E si compone una “favola” moderna che è un’impavida radiografia di un’era del mondo: la favola in cui le cose della vita (la scienza, la poesia, il lavoro, l’amore, il sesso) ritrovano la loro origine viscerale; la favola in cui ciò di cui l’uomo è veramente fatto, cioè la materia organica, finalmente inscena la propria ribellione. Ed è naturale che questa ribellione sia consegnata a un libro fondamentalmente allegro: allegro come gesti di scrittura, allegro per coraggio.

 

 



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