Bruno Corti - Solitudine al Congo e I mesi del sorgo


Bruno Corti

Solitudine al Congo e I mesi del sorgo

Vincitore Opera prima 1952

La voce, 1951

 

Nato nel 1895 a Tresivio (Sondrio), Bruno Corti si trasferisce nel 1928 nell'allora Congo belga dove ottiene una concessione a Sud del lago Kivu e dove, per circa trent'anni, si dedicherà prevalentemente all' agricoltura. Come è avvenuto a molti autori coloniali, ha pubblicato prima, su periodici, articoli interamente dedicati all'Africa e, soltanto in un secondo tempo, opere letterarie di rilievo, tra cui due volumi - entrambi apparsi nel 1951 a Firenze per le Edizioni La Voce - ispirati alla sua lunga permanenza in Africa: una raccolta di dieci racconti Solitudine al Congo, e un romanzo l mesi del sorgo. vincitore nel 1952 del prestigioso premio Bagutta, sezione "Opera prima"', Circa vent' anni. dopo, appare, in una collana di narrativa, un terzo volume, scritto in prima persona che - nonostante si presenti sotto la forma di un diario in parte fittizio - delinea un autentico "itinerario africano" che lo accomuna più al genere della letteratura di viaggio che non al romanzo vero e proprio. Della vita dell'autore si sa ben poco: non viene menzionato nei dizionari e repertori bibliografici italiani e nemmeno nei saggi di letteratura coloniale o riguardanti gli scritti italiani d'ispirazione africana. Un' utilissima ma breve scheda figura invece nell'elenco biografico di Pasquale Diana Lavoratori italiani nel Congo belga , il quale ce lo presenta come un ex ufficiale degli Alpini che, ferito durante la prima guerra mondiale, immigrato in Congo dopo essersi occupato "per diversi anni di attività turistiche in Italia e Spagna", sarebbe "rimpatriato nel 1954".

l mesi del sorgo. Come indicato dal titolo, il filo conduttore, potremmo quasi dire il protagonista, è il sorgo, alimento di base della comunità indigena e elemento costitutivo di tutti i riti perché è l'unico atto a infondere l'energia vitale. "La forza che solo il sorgo può dare" risiede tanto nella birra e nella farina utilizzate durante i riti nuziali quanto nei semi masticati durante i riti di fecondità, e le spighe che si portano al tempio per onorare gli antenati. L'intera vita umana appare ritmata dalla coltivazione del sorgo e il tempo ciclico, come in tutte le società agrarie arcaiche, si misura in rapporto con i vari momenti delle attività agricole (preparazione della terra, semina, germinazione, raccolto). La struttura del racconto che si svolge nell'arco di un anno reitera quindi il ritmo della natura: diviso in 12 capitoli, corrispondenti ai 12 mesi dell'anno, i cui nomi sono indicati in base alle loro caratteristiche. in idioma locale. La settimana è di 5 giorni, il mese di 6 o 7 settimane, che coincidono con i paragrafi numerati per ogni capitolo, per un totale di 365 giorni ripartiti in 77 settimane. L'autore, che intende presentare una terra primitiva, ancora quasi completamente sconosciuta, i suoi abitanti e la loro visione del mondo, si dedica mediante la scrittura a un lavoro minuzioso di ricostruzione di quell'universo.

 

Nessun commento:

Posta un commento