Ernesto Caballo - Pininfarina, nato con l’automobile


 

Vincitore 1969

Ernesto Caballo

1968

Pininfarina, nato con l’automobile


Palazzi

Pininfarina è uno dei personaggi più sorprendenti della nostra epoca. Qualcuno l’ha chiamato «torinese arbitrario», cioè d'eccezione; in effetti Torino lo comprese, ma tardi, quando la fama era rimbalzata dall'estero. In questo libro lascia una singolare testimonianza di sé e del suo tempo: sfilano nei molti capitoli i grandi nomi dell'automobile, da Ford ai dirigenti della General Motors, da Giovanni Agnelli e Vincenzo Lancia a Nicola Romeo ad Enzo Ferrari; da Porsche, Nordhoff, Bugatti a Renault, Citroén, ai Peugeot, Harriman ed Alec Issigonis. Lo stesso si dica dei campioni del volante Nazzaro, Bordino, Nuvolari, Ascari, Trossi, il nipote Nino Farina, arrivando fino agli assi delle ultime leve. Ma l’autobiografia non si limita al campo operativo di Pininfarina ed a quello agonistico. L'autore coltiva la comunicazione con gli altri, essendo un modo per lui di raggiungere il sentimento della società: così il libro è una galleria di variatissime figure: Giolitti, Gualino, Badoglio, Marconi, Puccini, Toscanini, l’architetto Wright, re Baldovino, Leopoldo del Belgio, A.M. Dogliotti, donne celebri e molti altri personaggi. Ci interessa soprattutto la sua vita condotta su intense cadenze umane, dall'infanzia e dall'adolescenza alle opere coraggiose della sua maturità. Era uno dei cinque-sei italiani famosi nel mondo, per la sua rivoluzione nella tecnica strutturale e nella determinazione estetica dell'automobile. Tuttavia, esercitando il suo talento riduttivo precisava: «Sono i bambini che dappertutto mi ammirano; le mie vetture li suggestionano come grandi giocattoli». Nel libro, Pininfarina si è creato un libero spazio romanzesco, lo stesso dei suoi viaggi intorno al mondo descritti con bella nervosità, dei «campi lunghi» e dei «totali» dei suoi film. Egli dimostra di credere nell’uomo come destinazione etica, specialmente nei giovani. Con quest'opera Pininfarina sarà a lungo nostro contemporaneo.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento