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Pier Antonio Quarantotti Gambini |
L'onda dell'incrociatore |
Vincitore 1948 |
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Einaudi, 1947 |
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Sollevando onde altissime, tre grandi incrociatori entrano nel porto di Trieste, al mattino di un giorno di festa nazionale: sbarcano i reduci vittoriosi nella campagna d'Africa, e ne riescono alla sera. La città è in festa, addobbata di tricolori alle finestre; squilli di fanfare aprono la giornata. Ario, il protagonista, e il suo amico Berto sono nati e cresciuti nel mandracchio, e vivono quell'età dell'incertezza che è l'adolescenza. Lidia, sorellastra di Berto, è oggetto delle pulsioni erotiche di Ario e si presta smaliziatamente a mostrarsi nuda, e non solo, purché sia presente anche il fratellastro. Il ricordo procede a scatti, avvitandosi con sbalzi temporali, in un crescendo drammatico e pure onirico. I rapporti torbidi, che legano tra loro i protagonisti e pure i personaggi marginali, alludono con incosciente ingenuità al sadismo, alle violenze materiali e morali, fissati nella luce estiva e cangiante del mare. Assente ogni pietà amorosa, filiale o fraterna, vivono nel racconto - nel pensiero di Ario - solo i sentimenti di amicizia, sottomissione, e di ammirazione per le prodezze agonistiche. Lidia, fattasi donna, ha scelto come amante Eneo, giovane e statuario canottiere: si incontrano clandestinamente sulla maona, andando incontro alla gelosia dei due amici d'infanzia, ora respinti. La storia si chiude con un episodio scioccante atto a simboleggiare il deflagrare di tutte le tensioni accumulate fin allora tra i personaggi: l'ignaro alpino muore nel mare di Trieste, vittima dello scherzo architettato da Ario e Berto per farla pagare a Lidia che si è concessa a Eneo. |
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Pier Antonio Quarantotti Gambini - L'onda dell'incrociatore
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