Allan Gurganus - L'ultima vedova sudista vuota il sacco


Allan Gurganus

1991

L'ultima vedova sudista vuota il sacco

 Oldest Living Confederate Widow Tells All, 1984

 

L’esordio letterario di Allan Gurganus, datato 1989, è un libro notevole in molti sensi, a partire dalla lunghezza “monstre”, ben 1173 pagine. Ci sono voluti più di sette anni all’autore – originario di Rocky Mount, a pochi chilometri dalla casa di riposo in cui è ricoverata Lucy Marsden nel romanzo – per portare a termine il manoscritto, che nella versione originale era lungo il doppio (!!). Tutto inizia nel 1981 per puro caso, quando sfogliando un giornale nella segreteria di una piscina Gurganus nota un articolo sulle poche “vedove della Guerra Civile” ancora in vita in quegli anni (l’ultima, Daisy Cave, morì nei primi anni ’90): “L’articolo diceva che c’erano ancora 19 donne che prendevano la pensione per la guerra di Secessione, a oltre un secolo di distanza”, racconta lo stesso Gurganus. “Si trattava di donne che avevano sposato veterani di mezza età quando erano ancora ragazzine, ovviamente. Ricordo che mi bastò leggere qualche frase e mi precipitai in camera mia, con ancora il costume da bagno indosso mi sedetti alla macchina da scrivere e per quattro ore battei i tasti senza fermarmi”. Le ore divennero giorni, poi mesi e poi anni: la vedova novantanovenne diventò una presenza fissa nella vita dell’aspirante scrittore, quasi un’ossessione. “Mi accorsi che avevo qualcosa di notevole per le mani nel 1982, quando mandai per posta le prime 30 pagine del romanzo a un po’ di miei amici: tutte le lettere di risposta che ricevetti mi chiedevano come stesse Lucy, non come andasse la mia scrittura”. E Lucy come stava, come sta? La combattiva vecchietta sprizza energia da tutti i pori, prende per mano il lettore e lo porta con sé nei meandri di un monologo infinito che alterna toni tragici e da commedia, forme dialettali e linguaggio pomposo, Storia nazionale e storia familiare, riscrivendo una epica americana partendo dal principio ben espresso dalla citazione di Stanislaw Lec in esèrgo (“Il mito è il pettegolezzo invecchiato”) e toccando tante corde dell’immaginario collettivo e della cultura statunitense (non tutti i riferimenti sono però comprensibili per un lettore europeo e soprattutto altrettanto emozionanti), a partire dalla ferita dello schiavismo. Questo libro ponderoso, in Italia pressoché sconosciuto ed esaurito da decenni, ha donato la celebrità a Gurganus in patria e si è aggiudicato il Sue Kaufman Prize dell’American Academy of Arts and Letters; la miniserie televisiva della CBS tratta dal romanzo nel 1994 ha vinto ben 4 Emmy.

 

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