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Benazir Bhutto |
1989 |
Figlia del destino |
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Daughter of the East: An Autobiography, 1988 |
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In un treno che va da Karachi a Larkana nel sud del Pakistan, una madre estrae un velo nero dalla borsa da viaggio e lo impone sul capo della figlia maggiore. È il burga, che nella tradizione islamica simboleggia l'ingresso nella pubertà, un indumento ampio, lungo, che ricopre e nasconde il corpo. Dentro quella casa portatile che dovrà sempre accompagnarla, la bambina si guarda subito intorno per vedere come appare il mondo agli occhi di una donna. Non vede quasi nulla: i colori spenti in un grigio uniforme, gli oggetti offuscati in una vaghezza di contorni. Quando poi scende dal treno, scopre che il velo impaccia il passo ed esclude l'aria. Quella adolescente educata nella migliore scuola straniera e abituata più a parlare in inglese che nella lingua dei propri antenati incomincia a sudare. Poi, a casa, quando la madre annuncia: “Oggi Pinkie ha portato il burga per la prima volta" si fa un lungo silenzio, al termine del quale il padre, Zulfikar Ali Bhutto, dice semplicemente che sarà anche l'ultima: sua figlia Benazir dovrà essere giudicata per il carattere e per l'intelligenza, non per l'abbigliamento. Inizia così la vicenda straordinaria di una donna straordinaria, un'avventura umana accesa di contrasti drammatici, attraversata dall'esperienza del carcere, dell'esilio, della lotta politica, della sconfitta e del trionfo. Questo libro la racconta intrecciando le memorie private alle valutazioni politiche, disegnando così il percorso della storia di una intera nazione. "Noi siamo generazioni di politici votati a un Pakistan egualitario e progressista. Il resto è nelle mani di Dio. Benzi Bhutto |
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Benazir Bhutto - Figlia del destino
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