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# 10 |
Daniel Zimmermann |
La città dolente |
L'anus du monde, 1996 |
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Meridiano Zero, 2004 |
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François non ama, e non ne sente il bisogno. Brillante, ricco, elegante, studente modello dell’École Supérieure di Parigi, sta scrivendo una tesi su Dante. Vive una vita perfetta, anche se senza passione. Ma siamo nel 1941, arriva la guerra, il collaborazionismo, e François è di famiglia ebrea. Per il ragazzo, poco più che ventenne, è il momento di ricevere una particolare e dolorosa ’educazione sentimentale’. Il 20 agosto François viene preso in un rastrellamento e rinchiuso nel campo di lavoro di Drancy, pallido anticipo delle tappe successive, Auschwitz e Treblinka. Qui François dovrà imparare a sopravvivere, aggrappandosi alle sue capacità di matematico, ai suoi raffinati modi aristocratici, e specialmente alle sue doti di violinista. Ma soprattutto vivrà un processo di umanizzazione e disumanizzazione al tempo stesso, che lo porterà a sperimentare tutti i sentimenti nella forma più estrema, anche l’amore. Anziché fare la tesi su Dante, François si troverà a rivisitare, in chiave moderna, tutti i gironi infernali, fino a un punto che neppure il poeta fiorentino aveva immaginato. Con una scrittura punteggiata di lampi d’alta poesia, Zimmermann, che ha perso trentasette familiari ad Auschwitz, riesce ancora a dire qualcosa di nuovo sull’olocausto: La città dolente è un romanzo, un libro di storia, un’interpretazione del nazismo in sintonia con i film di Visconti e della Cavani. |
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Daniel Zimmermann - La città dolente
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