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# 1 |
Emmanuel Bove |
L'ultima notte |
La dernière nuit, 1993 |
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Meridiano Zero, 1997 |
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La Parigi che questo romanzo ci racconta è una specie di mondo alla rovescia dove il cattivo - l’assassino, o presunto tale - è convinto di essere l’uomo più buono del mondo, mentre tutti i buoni (la mamma, la tenera amante, la famiglia in lutto, il poliziotto paterno, il giudice …) si presentano con maschere ambigue o francamente rivoltanti. Sotto una pioggia continua, in una notte che sembra non finire mai, percorrendo in lungo e in largo una città a tratti deserta e a tratti piena di folla, il giovane Arnold va in cerca di una persona umana - ma incontra solo mostri. Non è la tensione, a tenere insieme questo romanzo, ma la visionarietà della narrazione: quando, nell’ultima pagina, una realtà misera e banale fa irruzione, si resta addirittura delusi. t come se Beve ci sciorinasse davanti tutto il male del mondo per poi dire, alla fine: «Oh, sapete, era solo una fantasia…». Ma, naturalmente, quello che ci prende e ci appassiona non è la squallida esistenza materiale di Arnold, bensì il suo lunghissimo e surreale (cioè più che reale) incubo. La prosa di Beve, scarna e di genere fino quasi alla sciatteria (ma una sciatteria molto astuta, si direbbe), sembra scomparire sotto la forza dell’invenzione narrativa: ma il lettore si accorgerà, fin dalle prime pagine, che è una prosa potente, tutta visiva, dettagliatissima, tragicomica, sorprendentemente moderna. |
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Emmanuel Bove - L'ultima notte
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