Flannery O'Connor - La vita che salvi può essere la tua


National Book Award Fiction

Finalista

1966

Flannery O'Connor

La vita che salvi può essere la tua

Everything that Rises Must Converge

 

Einaudi, 1968

 

Crescono anche in Europa, ad ogni traduzione, l’interesse e il consenso per l’opera di Flannery O’Connor, la scrittrice americana scomparsa nell’agosto 1964, a soli trentanove anni, nel pieno della maturità artistica. La scarna biografia di questa ragazza della Georgia, nata e vissuta nella campagna del Sud, condannata da un male inguaribile, rivela una prepotente vocazione, irrobustita da un paziente artigianato letterario. Con la stessa lucidità e lo stesso coraggio con cui affrontò la malattia, la O’Connor si ostinò a dare alla propria arte una cifra inconfondibile: aveva in uggia i luoghi comuni del « romanzo del Sud », si ribellava all’idea di essere catalogata come una « infelice combinazione di Poe e di Erskine Caldwell ». Il paesaggio delle sue storie era ancora quello « classico » delle campagne disabitate, delle piccole città, dei predicatori ambulanti, dei negri e dei « poveri bianchi » : ma veniva trasfigurato da un fervore religioso ai limiti dell’ossessione, percorso da squarci improvvisi di luce e tenebra, a simboleggiare lo scontro balenante del peccato e della grazia. Questo mondo primitivo e visionario Flannery O’Connor giunse a ricrearlo col massimo della concentrazione soprattutto nei racconti, come testimonia questo volume che li riunisce tutti (negli Stati Uniti, apparvero in due distinte raccolte, nel 1955 e nel 1965, col titolo di A Good Man Is Hard to Find e Everything that Rises Must Converge). Sono storie che si snodano in uno spazio angusto, spesso domestico, ma per questo non sono meno drammatiche e avvincenti. Vi si stagliano, inquietanti figure: ragazze presto deluse dalla vita, vagabondi imprevedibili, vecchi trasognati, bambini precoci e quasi vizzi, malinconici e intuitivi, cui spesso tocca il privilegio della verità. La O’Connor costruisce attraverso le loro vicende un universo morale al tempo stesso miserabile e grandioso: la realtà immota e disadorna è pervasa da un soffio di messianesimo esaltante, che trasforma povere creature in rilevate figure di profeti, li coinvolge nella colpa e nella redenzione, in un incalzare di moderne « parabole ».

 

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