Gore Vidal - Lincoln



 

 

 

Gore Vidal

1984

Lincoln

Lincoln

Serie Narratives of Empire 

# 2

Bompiani, 1988

All'alba di una fredda mattina dell'inverno 1860-61 Abraham Lincoln scende dal treno a Washington protetto da due guardie del corpo: è appena stato eletto presidente degli Stati Uniti e già si complotta per assassinarlo, ancor prima del suo insediamento. La nazione è stata spaccata in due dal problema dello schiavismo, è sul punto di sfasciarsi. Le truppe del Sud sono alle porte della capitale, attorno a Lincoln non c'è nessuno in grado di guidare l'esercito, ma ci sono, in compenso, molte trame per farlo cadere. In quattro anni di presidenza i tentativi di assassinarlo, tra l'altro, si moltiplicano. I suoi stessi compagni di partito lo chiamano "l'onesto scimmione" e, magari per motivi opposti, lo trattano con disprezzo, lo accusano duramente. Ecco dunque il ritratto di un Lincoln molto diverso da quello ufficiale, di assoluta fedeltà storica ma di una verità umana e drammatica che trascende qualsiasi intento o parvenza biografica. Così, a tracciare questa immagine smagliante e spregiudicata del grande Presidente, sono la moglie Mary, che lo adora anche mentre sta per impazzire; il segretario di stato Seward, che nel suo spirito machiavellico passa dal disprezzo alla venerazione; Salmon P. Chase, il rivale più accanito, e la sua bella figlia Kate; il giovane segretario John Hay, che nei quattro anni di convivenza alla Casa Bianca riesce a coglierne i sentimenti e i pensieri più intimi; fino allo stesso commesso di farmacia, David Harold, che sarà al centro del complotto destinato a concludersi con l'assassinio. La tecnica narrativa di Vidal, già felicemente sperimentata su altri soggetti storici, tende a portare il lettore all'interno della vicenda, per cui a leggere queste pagine si ha l'impressione di aggirarsi furtivi per i corridoi della Casa Bianca, assieme a Lincoln, partecipando delle sue angosce, dei suoi problemi, dei suoi sentimenti. E valga per tutte l'opinione di uno storico come David Donalt dell'Università di Harvard: "È straordinario come Vidal abbia inserito tanto di storicamente documentato nel suo romanzo. E trovo — con un certo sbalordimento, considerando quante volte io stesso mi sono occupato di questo tema — che Vidal sia riuscito a trasformare un argomento per me familiare in una narrazione che ha tenuto vivo il mio interesse fino all'ultima pagina." 

 

 

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