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Thomas Bernhard |
Perturbamento |
Vincitore narrativa straniera 1983 |
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Adelphi, 2014 |
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Verstörung, 1967 |
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Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l’ultima, siamo presi in un «perturbamento» che avvolge tutto come uno scirocco metafisico. Una vibrazione di malattia e di tristezza emana dalla psiche e dalla natura. La campagna, qui, è il luogo prediletto della brutalità: dal caldo opprimente dei fienili, dove i bambini hanno paura di morire soffocati, al gelo segregato di un castello, a picco su una gola ostile alla luce: ovunque si percepisce un invito alla distruzione, un incoraggiamento all’ansia suicida. Le porte si aprono ogni volta su qualcosa di atroce: la moglie di un oste malmenata a morte, senza ragione, dagli avventori del locale; una vecchia maestra in agonia, con «il sorriso delle donne che si destano dal sonno sapendo di non avere più speranza»; una fila di uccelli esotici strangolati, perché i loro lamenti sono assordanti. In uno stile asciutto, protocollare, Bernhard elenca i relitti del dolore, finché la scansione inflessibile, martellante dei fatti lascia il posto all’immane delirio dell’ultimo infermo: il principe Saurau, raggelato da un eccesso di lucidità, scosso da un continuo frastuono nella testa, abbandonato ormai a una «micidiale tendenza al soliloquio». Nelle sue parole incessanti confluiscono e si dilatano i frammenti dell’orrore che già abbiamo traversato. Ma qui essi vengono scalzati dalla loro fissità e presi in un vortice, il moto perpetuo del «perturbamento». "Perturbamento" è stato pubblicato per la prima volta in Germania nel 1967. |
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Thomas Bernhard - Perturbamento
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