William Carlos Williams - Immagini da Bruegel e altre poesie


Finalista

1963

William Carlos Williams

Immagini da Bruegel e altre poesie

Pictures from Brueghel

 

Guanda, 1987

 

Nella prima sezione di questo suo libro, William Carlos Williams guarda il pittore Bruegel: quel mondo apparentemente semplice e diretto, quella realtà di erbe e di animali, di messi al sole e di nevi lo affascina: anche la "commedia umana" del pitore fiammingo, così bene esemplificata in "Nozze contadine", trova nel vecchio poeta che ha fatto per tutta la vita il medico in campagna, nel New Jersey, un attentissimo interprete: le mani in trecciate e il volto impacciato della sposa, il vassoio improvvisato, "fatto con la porta  / scardinata di un granaio", nessun dettaglio sfugge ad occhi abituati da sempre a guardare con partecipata ironia e con nitida passione il microcosmo, e capaci di "esprimere il tragico quotidiano come meglio non si potrebbe" (Bertolucci). Il lettore troverà in queste poesie a tratti il fiato di Whitman e a tratti la grazia di un miniaturista cinese; e versi lunghi, ondosi e parlanti, o versi di parole scandite, purificate dal silenzio. E troverà quegli animali e quei fiori che popolano il mondo di Williams; un picchio con il suo aspro grido decembrino. un passero che sbatte le ali nella polvere, un cane ferito, per cui il poeta alza un più che umano lamento: la rosa, che soltanto nella poesia non subirà alcuna diminuzione del suo splendore, il fiore giallo. la robinia, l'asfodelo. Nel poemetto "La musica del deserto", il lettore incontrerà invece, in una sintesi di sconvolgente vigore, la realtà di un'America di confine, che è non meno indiana e spagnola che anglosassone: e allora ecco i mercati silenziosissimi dei Navajo e dei Pueblo, i texani alti e spavaldi, i bar malfamati, le enormi sbronze e le enormi lattughe: il dottor Williams registra tutto, non soltanto per un fatto di ispirazione, ma per un fatto di "necessità". Così appare necessaria, splendida la sua incursione nel mondo degli antichi Messicani con le "Tre Poesie Nahuatl": lì affiorano i temi del destino, del tempo, della vanità della vita, nel ricordo delle metafore rituali e dei canti sacri dei principi aztechi

 

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