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Bernard-Henri Lévy |
Il diavolo in testa |
Vincitore narrativa straniera 1986 |
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De Agostini, 1985 |
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Le diable en tête, 1984 |
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"Dietro quel volto, c'era il nostro secolo", scrive il narratore nelle prime righe del romanzo. Il volto è quello di Benjamin, l'eroe, il cui tragico destino attraversa infatti la Parigi dell'Occupazione, la New York degli Anni Cinquanta, la Roma dei terroristi, le barricate del maggio '68, la Beirut in fiamme dei palestinesi, la Gerusalemme di oggi. In questo libro il lettore ritroverà senza dubbio alcuni temi cari a Bernard-Henri Lévy. Ma scoprirà soprattutto una storia di ampio respiro, ricca di peripezie e di ripercussioni, narrata da un romanziere che sa mettersi di volta in volta e con uguale perizia nei panni della madre del protagonista, che ne rivive la nascita e l'infanzia, in quelli di un vecchio amareggiato e disincantato; in quelli di una giovane cattolica che scopre con spavento le vertigini del piacere; in quelli di un enigmatico doppiogiochista, che sembra avere tutti i fili della trama; o in quelli dello stesso Benjamin, eterno maledetto, perseguitato di città in città, di chimera in chimera, e spesso anche di donna in donna, dalle ombre di un passato che non riesce a esorcizzare. Storia d'amore? Saga familiare? Racconto di spionaggio? Thriller? Affresco del cuore del nostro secolo? Fiaba metafisica? Educazione sentimentale? Cronaca galante e sensuale? Il diavolo in testa è tutto ciò contemporaneamente. Incrocia e accoppia tutti i generi. E nella sua scaltrita architettura non si sa che cosa maggiormente apprezzare: se l'audacia dell'impresa, la varietà degli stili e dei personaggi, il fascino invadente dell'eroe o l'intreccio che dal la prima pagina all'ultima tiene il lettore con il fiato sospeso. |
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Bernard-Henri Lévy - Il diavolo in testa
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