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F.R. Leavis |
La grande tradizione. George Eliot, Henry James, Joseph Conrad |
The Great Tradition, 1948 |
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Mursia, 1968 |
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F. R. Leavis, considerato il massimo esponente della critica letteraria inglese contemporanea, esemplifica in sé la serietà e l'umanità di un lavoro critico piú che trentennale e che non ha affatto perso vigore né mordente: che costituisce, oggi, un punto di riferimento obbligatorio sia sul piano dell'esame «tecnico» sia su quello, piú vasto, della metodologia. In Leavis, in altri termini, la cosiddetta «scoperta» (o, per usare una parola sua, «rivalutazione») di un autore o di un'opera non è cercata per se stessa né è frutto di autocompiacenza, bensí è il portato di un'indagine attenta, intesa a cogliere valori autentici. È il caso, appunto, di La grande tradizione, dove il Leavis - di fronte alla riscoperta dei romanzieri minori inglesi, specie dell'Ottocento, - si avvede della necessità di riscoprire i «grossi» autori che, dopo un esame il piú delle volte sommario, la critica ha pensato bene di accantonare, considerandoli già «collocati» e fin troppo studiati. Ma come è possibile «liquidare» con tanta faciloneria nomi quali George Eliot, Henry James, Joseph Conrad o Charles Dickens? E, soprattutto, è «giusto» occuparsi degli autori minori - importanti, molte volte, solo nell'ambito di una storia letteraria o culturale - trascurando gli scrittori che hanno davvero qualcosa da dire, che costituiscono la vera e propria «grande tradizione» della letteratura inglese? A questo proposito, La grande tradizione è una lettura utilissima: non solo per la sua analisi competente e serrata di un aspetto importantissimo della letteratura inglese; non solo per l'acutissimo esame dedicato appunto ai suoi più significativi rappresentanti, dalla Eliot a James, da Conrad al Dickens di Hard Times; ma anche e soprattutto come applicazione pratica e coerente di una teoria della letteratura e di una metodologia critica. |
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F.R. Leavis - La grande tradizione. George Eliot, Henry James, Joseph Conrad
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