Gina Lagorio - Il bastardo


Gina Lagorio

Il bastardo

Finalista narrativa italiana 1997

Edizione, 1996


In un quadro di Velázquez si potrebbe incontrare il ritratto di questo bastardo, strano e malinconico personaggio che vive in un periodo drammatico tra i più intensi nella storia del Piemonte. Figlio di un fulmineo amore di Carlo Emanuele I, il leggendario Testa di fuoco, per una luminosa fanciulla savoiarda incontrata in un castello sulle rive del lago di Annécy che poi Carlo, amante non dimentico e padre amoroso, farà sposare da un nobile di Cherasco, don Emanuel è un personaggio vero, di cui l'autrice ha seguito la vita attraverso le lettere e i documenti scoperti in anni di ricerche. Incerto nelle proprie responsabilità, sempre in bilico tra la grandezza del proprio nome e la mediocrità della sua condizione, all'ombra della corte che serve con lealtà pur tra gli inganni e le ambiguità del potere, tormentato anche nel sesso - l'omosessualità inevitabilmente celata è un tema del romanzo - ma anche spavaldo cavaliere, cacciatore ardito e sensibile musicofilo, don Emanuel non è mai padrone della scena politica; è una di quelle figure che restando nelle zone oscure del quadro danno presenza ai personaggi di primo piano. La sua vicenda intima e dolorosa non ha i colori violenti della tragedia ma i toni fondi di un destino amaro. Balli, cacce, amori appassionati e delusi, gli assedi e gli inganni della diplomazia rivivono nella scrittura attenta che fa lievitare le scene anche con le luci fiamminghe del dettaglio. Il Seicento è un grande secolo di guerre, di miserie, di cupe fedi religiose, ma è anche il secolo in cui si forma la mo-derna civiltà d'Europa. Che qui, nell'angolo del Piemonte sabaudo, schiera i suoi eserciti nella guerra dei Trent'anni: il bastardo l'attraversa soffrendo del suo isolamento, in lotta con le implacabili convenzioni del tempo, senza mai abdicare alla sua dignità. È questo un romanzo ricco e vivo di storia guardata da vicino, ma è anche un'opera autorevole di letteratura cui giunge forse come al suo più felice approdo Gina Lagorio.

 

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