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Ismail Kadaré |
La piramide |
Finalisti narrativa straniera 1998 |
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Longanesi, 1997 |
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Pluhuri mbretëror |
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Da quando il giovane faraone Cheope ha annunciato, tra lo stupore generale, che non ha intenzione di costruire la sua piramide, i saggi e i sacerdoti dell'intero Egitto sono in preda alla più cupa disperazione. Gli antichi papiri infatti raccontano che l'idea originaria della piramide nacque durante una crisi del regno dovuta non alla penuria, bensì al benessere e all'abbondanza, fonti di libertà e di spirito critico, e perciòstesso minaccia all'assolutismo dello Stato. Prima che una tomba, la piramide è dunque qualcosa di grandiosamente inutile in cui vanno disperse le energie e le ricchezze del Paese. Incalzato dai maghi e dagli astrologhi, Cheope si lascia convincere: la sua piramide sarà la più grande mai realizzata, e gli uomini e i mezzi impiegati supereranno ogni più folle immaginazione... Ismail Kadaré rievoca per noi la costruzione della piramide, la miriade di personaggi grandi e piccoli che ne furono partecipi, gli atroci tormenti patiti dal formicaio umano che suda nel deserto e nelle strade verso le cave, il terrore suscitato dalle inchieste sui presunti «complotti» e sulle «congiure», e poi la conclusione dell'opera, le prime violazioni dei predatori, le imitazioni cui dette luogo, come le piramidi di teschi di Tamerlano o i bunker di cui è disseminata la sua terra, l'Albania... A questo punto, come si potrà ancora credere che lo scrittore ci stia raccontando la storia di un banale, ancorché immane e labirintico, cumulo di pietre? La piramide è metafora di tutti i totalitarismi, di tutte le utopie omicide; uno specchio in cui ogni nazione può leggere la propria decadenza; una sorta di creatura mitica che si è riprodotta di secolo in secolo sotto forme visibili od occulte, un mostro ancora in grado di partorire all'età di quattromila anni. Ecco qual è il vero «enigma» - disvelato - delle piramidi. ISMAIL KADARÉ, nato nel 1936 ad Argirocastro, in Albania, laureato in lettere all'università di Tirana e poi all'università Gor'kij di Mosca, è giornalista, saggista, poeta ma soprattutto narratore. Dal 1990 risiede in Francia, da tempo suo Paese di adozione letteraria e, da allora, è considerato il massimo portavoce della cultura albanese nel mondo. Di Kadaré, Longanesi ha pubblicato: I tamburi della pioggia (ora riproposto dalla Corbaccio); Il generale dell'armata morta e La città di pietra (disponibili anche nella TEA), Chi ha riportato Doruntina? e Il palazzo dei sogni. Presso Guanda è apparso Aprile spezzato. |
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Ismail Kadaré - La piramide
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