Leonid Borodin - La separazione


Leonid Borodin

La separazione

Finaista narrativa straniera 1989

Bompiani, 1988

Rasstavanie

Gennadij, moscovita trentenne, capitato per motivi di lavoro in un villaggio sperduto della Siberia, s'innamora di Tosja, angelica figlia di un prete tollerante e candido, padre Vasilij, ed è intenzionato a sposarla. Ma una volta tornato a Mosca col proposito di chiudere col passato e prepararsi alla “nuova" vita che lo attende nel mondo celestiale di Tosja, ritrova, aggravati, tutti i problemi personali e familiari che vi aveva lasciato: Irina, la donna con cui vive da tre anni, aspetta un figlio; Ljus'ka, la sorella dissidente, è finita in prigione; il padre, suo specchio ideale e irraggiungibile, abbandona Mosca in seguito a un amore deluso. Gennadij, dapprima inconsciamente e poi con chiarezza sempre più disperata, capisce che il mondo spirituale vagheggiato e inseguito nelle figure di Tosja e padre Vasilij, la “nuova" vita che sola potrebbe sottrarlo alle meschinità e al vano affannarsi del mondo circostante, gli sfuggono tra le dita senza che egli riesca a "stringere il pugno". Separazione dunque fra reale e ideale, fra politica e religione, fra generazione e generazione, nonostante che quella sorta di fuga iniziatica e romantica con cui si apre il romanzo possa infine concludersi nell'accettazione "matura” delle grettezze e contraddizioni della realtà metropolitana, con i suoi eroi vinti eppur verbosi, con la sua quotidianità, universale nella ripetitività e oppressione. Nel 1882 Konstantin Fofanov, poeta infelice, aveva già scritto una sua Separazione: "Il poeta ha due mondi: uno di raggi / Vivido splende, azzurro e chiaro; / L'altro è una notte buia senza luna, / Triste come una sorda prigione. Nel mondo oscuro solo giorni cupi, / E nell'azzurro, un attimo straordinario." Quell'attimo", divenuto sogno, che può dare a Gennadij la forza di continuare a vivere.

 

Nessun commento:

Posta un commento