Berlino, marzo 1943. È passato un mese dalla clamorosa sconfitta di Stalingrado. Sebbene Hitler insista che la Germania stia vincendo la guerra, i comandanti sul campo lo sanno bene. Il morale è basso, la disciplina a rischio. Ora è giunta a Berlino la notizia di un massacro di ufficiali polacchi nella foresta di Katyn vicino a Smolensk. Se fosse vero, il messaggio che invierebbe alle truppe è chiaro: combattere o rischiare la morte certa. Per una volta, sia la Wehrmacht che il ministro della Propaganda Goebbels vogliono la stessa cosa: prove inconfutabili di questa atrocità russa. Per la Wehrmacht, tale prova ammorbidirà la realtà dei propri crimini di guerra agli occhi dei vincitori. Per Goebbels, tale prova potrebbe invertire le sorti della guerra distruggendo l'Alleanza, tagliando fuori la Russia dalle sue linee di rifornimento occidentali. Entrambe le parti concordano sul fatto che l'indagine che ne segue deve essere supervisionata da un professionista esperto nel vagliare le prove e nell'interrogare i testimoni. Tutto ciò che puzza di incompetenza o manomissione vanifica i loro scopi. E così Bernie Gunther viene inviato a Smolensk, dove la verità è vittima della guerra tanto quanto quei poveri ufficiali polacchi morti.
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