«A un tratto, e senza che nulla lo facesse prevedere, la porta del palcoscenico si spalancò con violenza, e un uomo avanzò vacillando. Stentai a riconoscere in lui Lionel Comstock. Aveva il viso contorto e sfigurato dal terrore; e con una mano si copriva gli occhi come per chiuderli al ricordo di qualche cosa di spaventoso. Avanzò ancora e balbettò: "Lo specchio. Lo specchio!". E mentre le sue parole andavano spegnendosi in un sussurro, si udì oltre ti palcoscenico un lieve tintinnio musicale, come di un vetro che s'infrange.» Chi narra è Peter Duluth, il regista teatrale, che sta cercando di portare avanti le prove del suo ultimo lavoro. Ma, a quanto pare, il teatro è una volta tanto scena reale di un dramma reale. Stranamente, misteriosamente reale. Che cos'ha di stregato lo specchio? Perché uccide? Le risposte che l'autore, Patrick Quentin, darà a tutti questi interrogativi saranno fra le più inquietanti e nello stesso tempo le più suggestive di tutta la narrativa del suspense.
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