Forse le passioni di un'epoca non possono essere raccontate a un'altra. Eppure la voce che narra questa storia di ragazzi e ragazze che crescono negli anni Settanta in un paesino del Sud ha il timbro forte e consapevole di chi non può più tacere. È una nitida voce corale, quella di Alberto Malinconico, di Angelo Malecore e dei loro amici. Per loro, il punto di svolta è l'11 settembre 1973, quando il telegiornale trasmette le immagini del golpe in Cile. Come si fa a non esserne colpiti? Così, in quella stagione di lotte operaie, di austerità, di battaglie per la legge sul divorzio, tra le prime ragazze e le bravate con gli amici, matura la coscienza politica e la voglia di cambiare. E sono i volantini, i cortei, le interminabili discussioni in sezione, i concerti rock, le manifestazioni a Roma e a Bologna, gli scontri con la polizia, i viaggi in autostop a Londra, il vento del femminismo, la liberazione sessuale. Finché la lotta armata e la repressione dello Stato non chiudono bruscamente il futuro verso il quale quei ragazzi credevano che la Storia li sospingesse.
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