Una vedova giovane e bella, è risaputo, è sempre pericolosa. Quando poi è la vedova di un Principe dell’aristocrazia bianca nera di Roma, divenuto uno dei più potenti finanzieri del mercato globale, e uno che sapeva tutto dei misteri d’Italia degli ultimi cinquant’anni, allora sono guai. Anche per Marè, che si trova coinvolto in un nuovo intrigo familiare amoroso e politico, in una ridda di malefatte che le squisitezze dello stile Art Nouveau degli ambienti e dei protagonisti non riesce a velare. Una storia di trame di delitti e morti, di inganni e di complotti; una storia che sarebbe, senza tali piccoli accidenti, una specie di commedia all’italiana, o una pochade sgangherata, o uno sberleffo. E invece è un caso tra i più difficili e rischiosi che Marè, tra riso e sofferenza, come d’uso piagnenno e magnanno, si sia trovato (contro tutti, perfino contro i suoi) ad affrontare e risolvere.
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