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Attraverso i villaggi |
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Über die Dörfer, 1981 |
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Garazanti, 1984 |
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Attraverso i villaggi segna il «lento ritorno» di Peter Handke ai nodi e ai luoghi iniziali della propria odissea letteraria ed esistenziale. Ritorno è innanzitutto il rientro nella sfera austro-alpina della famiglia, dove si dibatte una questione di interessi, di eredità, tra un fratello carpentiere, una sorella commessa di negozio, che con la casa e il terreno lasciati dai genitori vorrebbe mettersi in proprio; e il fratello «arrivato», lo scrittore, quello dei tre «che sapeva parlare». Ma «ritorno» sono anche il clima culturale, il ricorso a forme e modi della tragedia greca antica, il recupero della maschera di foglie intagliate nel legno, dal valore magico-propiziatorio, la sacralità delle parti: il mondo storico, giudicato indegno della vita di un uomo; il grido disperato della creatura; la catarsi infine, al cospetto dei morti, per bocca della ragazza Nova, annunciatrice di una nuova epoca a venire, colei che incita a essere sabbia negli ingranaggi della Storia: «Tramandate il fruscio. Raccontate l'orizzonte». La metafisica stoica di Handke si espande in un'accumulazione poetica di vertiginosa pacatezza, in un'annunciazione che immette misticamente l'individuo nel circuito lento, eterno, del creato. Un poema drammatico, come l'ha definito lo stesso Handke, teso fra le notti di Novalis e le sfere azzurro-sublimi di Hölderlin. È il ritorno al nessun luogo della poesia. |
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Peter Handke - Attraverso i villaggi
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