Impegni, lavoro, scadenze, obiettivi da raggiungere. Chi di noi non ci è cascato? Una vita di corsa, sempre sul filo del rasoio. Poi un giorno qualcosa si rompe: un incidente, un lutto, una forte delusione o anche – perché no? – la gioia di un innamoramento. Da quel momento tutto cambia. Di noi, di quello che eravamo un tempo, non rimane più nulla, neanche il ricordo, nemmeno il solco di una lacrima. Un Toccalossi sempre più esistenzialista e stanco, costretto suo malgrado a seguire un’indagine fitta di misteri: il caso di un uomo finito sotto il treno, forse per pura disgrazia, forse perché qualcuno ce l’ha spinto. Anche Nerina, la settantanovenne vicina di casa della vittima, vuole fare chiarezza e lo fa a modo suo, ficcando il naso a destra e a sinistra. Si è trattato di un omicidio? E chi sono gli assassini? Poco importa. Con una scrittura fresca, delicata e a tratti commovente, l’autore si diverte a fondere insieme i due schemi classici del noir: quello che vede protagonista un inquirente e quello che affida il caso a un semplice ficcanaso curioso. Entrambi possono arrivare a una plausibile soluzione del mistero che non sempre però corrisponde alla verità. Un’altra grana per Toccalossi: il magistrato/filosofo a cui è difficile non affezionarsi, da sempre interessato più ai casi umani che a quelli giudiziari.
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