Roberto Bolaño - 2666


 

 

 

Roberto  Bolaño

2666


 

Adelphi, 2007

 

Che negli ultimi anni della sua breve vita Roberto Bolaño fosse diventato una sorta di leggenda non stupirà il lettore di questo libro, che sin dalla prima riga verrà risucchiato in un universo che il romanziere, quasi avesse le capacità evocatorie di uno sciamano, fa sorgere sotto i suoi occhi, per poi scomporlo e ricomporlo a suo piacimento. Un universo in cui, come Alice una volta attraversato lo specchio, vediamo venirci incontro i personaggi più diversi (un misterioso scrittore di cui si sono perse le tracce, i quattro studiosi che lo cercano in giro per il mondo, un pittore che si è tagliato una mano e vive in un manicomio svizzero, una donna bella e folle, un giornalista nero che capita per caso in Messico e si trova coinvolto in una inquietante vicenda di delitti seriali...), ognuno dei quali, per una qualche ragione, indimenticabile. Ammaliati dalla stupefacente capacità affabulatoria di Bolaño, e dalla sua voce al tempo stesso amabile e ironica, ci addentriamo in un labirinto di luoghi, di segni, di incontri, di libri, di quadri, di sogni, di storie che generano altre storie: un labirinto dove ci aggiriamo frastornati e felici, senza tuttavia sentirci mai perduti. Giacché, pur nel moltiplicarsi vertiginoso degli eventi, dei generi e dei piani temporali, Bolaño sa tenere il suo racconto con mano salda: e il lettore è certo che tutti i nodi che si vanno aggrovigliando si scioglieranno.

 

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