Günter Grass
Il mio secolo
Einaudi, 1999 (Prima pubblicazione: 1999)
Cento racconti, uno per ogni anno del nostro secolo. Con continui cambi di prospettiva, assumendo il punto di vista di persone sempre diverse, Grass ritorna su avvenimenti grandi e piccoli - le trincee della Grande guerra, le tragedie provocate dal nazionalsocialismo, la divisione della Germania, ma anche i balli, dal charleston alle gemelle Kessler, gli incontri di pugilato, le finali di calcio, i record mondiali - dipingendo, ora ironico, ora ammonitore, un quadro variegato e sorprendente degli ultimi cento anni della nostra storia. Guglielmo II, ormai ex imperatore tedesco, passa il tempo a tagliare legna e a imprecare contro i generali traditori; Max Schmeling batte Joe Louis, il «bombardiere nero»; si ballano fox-trot, one step e shimmy; Ernst Jünger ed Erich Maria Remarque discutono a Zurigo delle loro esperienze in trincea, Bertolt Brecht e Gottfried Benn, ormai anziani, più sommessamente, si scambiano opinioni in riva a un lago; un gruppo di giornalisti rievoca la Seconda guerra mondiale e una donna descrive Berlino distrutta; la Germania vince il suo primo campionato del mondo di calcio («con la bava alla bocca», cioè col doping, insinuano gli ungheresi); le gemelle Kessler sgambettano in giro per l'Europa; nell'anno delle Olimpiadi di Roma, l'inventore delle Adidas si sofferma sulla gloriosa ma non sempre limpida carriera di Armin Hary, l'uomo dei 10 secondi netti; uno scrittore coi baffi ha grande successo raccontando la storia di un bambino col tamburo e qualche anno dopo, alla Fiera del libro di Francoforte, Adorno deve vedersela con gli studenti; una sera di novembre di dieci anni fa, la televisione della Repubblica Democratica Tedesca annuncia all'improvviso che il Muro non c'è più. Non romanzo, ma con una cornice saldamente strutturata, la nuova opera di Günter Grass, è un insieme di cento brevissime narrazioni ciascuna dedicata a un anno del 1900 e incentrata su un protagonista diverso («Sono stato presente anno dopo anno, dando il cambio a me stesso», suona l'incipit). Con la maestria che tutti gli riconoscono, lo scrittore fa entrare in scena le sue infinite maschere: storia grande e storia minuta, personaggi famosi e del tutto sconosciuti, episodi autentici e non, vengono così a comporre un quadro variegato e sorprendente il cui punto focale è ancora una volta la Germania con le sue indiscutibili responsabilità storiche. Eppure, nonostante gli orrori, anche speranze e sempre nuovi inizi, in attesa del nuovo secolo che è ormai arrivato: «Stiamo un po' a vedere cosa ci porta… Basta che non sia di nuovo la guerra… Prima laggiù e poi dappertutto…»
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