La festa del caprone - Mario Vargas Llosa


 

Mario Vargas Llosa

La festa del caprone



Einaudi, 2011 (Prima pubblicazione: 2000)

 
 
È stato nel 1975, durante un soggiorno a Santo Domingo, che Mario Vargas Llosa pensò per la prima volta di scrivere sulla storia recente di quel Paese, in particolare sulla figura di Rafael Leónidas Trujillo, il despota che per trent’anni (1930-61) tenne ferreamente in pugno le sorti di uomini e donne dominicani, fino a quando non fu assassinato. All’epoca del suo dominio, la capitale non si chiamava Santo Domingo ma Ciudad Trujillo, e di fatto tutto ciò che vi era nella Repubblica Dominicana apparteneva al Dittatore e alla sua famiglia: le industrie, le terre coltivate, le forze armate e le stesse persone. Il meccanismo narrativo scelto dall’autore è all’apparenza semplice: Urania Cabral, figlia dell’ex presidente del Senato di Trujillo caduto in disgrazia, torna in patria dopo trentacinque anni – sebbene si fosse ripromessa di non farlo mai – e dalla sua stanza dell’Hotel Jaragua parte per un viaggio nella memoria. Di continuo, però, cede la scena alle altre voci protagoniste (come fosse un’opera corale) e a un irrefrenabile bisogno dell’autore di percorrere il tempo avanti e indietro con incalzanti flash-back, quasi se ne volesse suggerire la circolarità, l’intercambiabilità e comunque si volessero ricavare dal suo passaggio indicazioni per leggere la storia e scegliere un conseguente comportamento nel presente. Una prova compiuta e lucidissima di Vargas Llosa, delle sue capacità narrative unite ai suoi ideali poetici e politici.


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