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Gino Montesanto |
Cielo chiuso |
Candidato 1957 |
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(Edizione Diabasis, 2005) |
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Sono lontane le giornate del giugno 1940, quando Mussolini era sceso in guerra con tanta baldanzosa sicumera contro Francia e Gran Bretagna. Il conflitto si rivela lungo, penoso, intessuto di sconfitte e umiliazioni. Il paese, cui era stata promessa una vittoria facile, è perplesso, il morale dei cittadini incrinato mentre la loro insofferenza ai disagi risulta acuita. In questa atmosfera tesa e pesante, l'autore punta l'obiettivo su tre personaggi. Due giovani fratelli, fascisti convinti, partiti volontari, via via che gli eventi volgono verso il disastro, maturano la loro esperienza. Quando per gli eventi bellici il paese si spacca in due, essi finiscono per trovarsi in campi contrapposti. Tra loro, una donna, Giuliana, appassionata e generosa, non ha dubbi quando deve scegliere tra la violenza di un gruppo di carnefici e i primi segni di giustizia, di riscatto che si levano dalle file partigiane. Tra personaggi così modesti ma significanti, compaiono anche figure politiche di primo piano: Mussolini, Vittorio Emanuele III, Badoglio. Il “duce”, prima in una ennesima celebrazione guerresca, l'aspetto fiero e lo sguardo allucinato; poi, solo, immusonito, mentre scorre un fascio di missive, portatrici tutte di notizie raggelanti. Badoglio e il re, al sud, ombre fuggiasche di una monarchia agonizzante. La conclusione, pietosa, mette ordine e fissa le immagini dei protagonisti nel momento in cui, pur tra divisioni e dissidi, si ritrovano vicini. Nella bufera, tra lacrime e sangue, sono ancora le virtù umane a lasciar trapelare una luce di speranza. |
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Gino Montesanto - Cielo chiuso
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