Marcello Venturoli - Io, Saffo





Marcello Venturoli

Io, Saffo

Candidato 1992

(Edizione Newton Compton, 1992)

 

Nell'immaginario della "letteratura del mondo", per dirla come Goethe, Saffo rappresenta il mito di chi ha saputo congiungere il massimo dell' esperienza d' amore con il massimo dell' esperienza di poesia. Marcello Venturoli ne dà in questo romanzo piena conferma. La Saffo di Venturoli è creatura schiva, intima, segreta. La sua forma ideale di vita è all'interno di quel luogo di formazione e di iniziazione ai misteri della femminilità che è il tiaso, la scuola in cui le fanciulle, sotto la sua guida, imparano soprattutto a rimanere interiormente fanciulle per sempre. Nel chiuso riservato del tiaso il vivere femminile – con il suo eros particolare – trascorre al riparo da tutto ciò che è a esso contrario e disforme; al riparo anche dai perturbamenti della fama. La luminosa Saffo preferisce rimanere oscura. Pur tuttavia, nonostante il suo ostinato rifiuto nei confronti di ogni forma esteriore di riconoscimento alla sua gloria poetica, è solo nell’appartenenza alla dimensione della poesia la condizione del suo destino. E lo stesso suo legame con Alceo è di natura squisitamente poetica e in tale senso va interpretato: sarà proprio Saffo ad ammetterlo in un incontro con lui. Nonostante ciò, Saffo non rinuncia alla sua scelta di fuga e decide ugualmente di “lasciarsi andare” verso la sparizione. Venturoli imposta questo suo punto di vista della natura di Saffo avvolgendo la sua intuizione nelle spire di una intuizione raffinata e al tempo stesso ossessiva, realizzando così nella scrittura il correlativo espressivo del celebre pathos di Saffo, in un crescendo di penetrazione verso l’ interno di una sensibilità che si manifesta come un cerimoniale di simbolizzazione dell’ esperienza. Io, Saffo è il romanzo di una vita simbolica. E non a caso l’ autore recupera, con questo libro, in un modo quasi del tutto inatteso nel panorama della letteratura presente, quell’ attitudine a elaborare una visione spiritualizzante della vita psichica, che è stata propria della grande stagione del Simbolismo.

 

 



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