Salvatore Mannuzzu - La figlia perduta





Salvatore Mannuzzu

La figlia perduta

Candidato 1992

(Edizione Einaudi, 1992)

 

Sei racconti legati da identità di temi, da luoghi che ritornano, da personaggi che restando quasi se stessi passano da una storia all'altra, in un gioco di echi e «false relazioni». Sono tutti percorsi di ricerca tra una figura maschile, adulta e anzi paterna, e una figura femminile più giovane, sfuggente e vitale. Il rapporto parentale può variare e anche non esserci, ma si tratta sempre, in fondo, di un padre e una figlia che si muovono pericolosamente lungo la frontiera tra il perdersi e il trovarsi, con provocazioni, malintesi, bugie e soprattutto reticenze da cui, in ogni momento, possono esplodere il rancore o l'amore ugualmente sopiti. In tutto questo, il tempo ha la parte del grande corruttore: avvelena e trasforma le vicende, o le spegne anno dopo anno. Ma non spegne il senso della ricerca, anzi, proprio quando il contatto o solo la vicinanza delle due figure sembra più improbabile, padre e figlia imparano a reinventarsi: si raccontano storie che ripetono la loro storia, oppure scelgono un ruolo e lo recitano come in un teatrino di famiglia. Racconti nel racconto e racconti paralleli non servono solo a schermare, a evitare la collisione frontale, a colpirsi di lato: sono la strategia con cui i personaggi di Mannuzzu cercano di cogliere i barlumi della vita nel silenzio calato su di loro, tentano ancora di far impigliare sensazioni e desideri alla rete delle loro esistenze.

 

 



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