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Autore |
Per amore, solo per amore |
Vincitore 1984 |
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Bompiani, 2001 |
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Per amore, solo per amore, di Pasquale Festa Campanile, ci narra la storia di un uomo e una donna vissuti oltre duemila anni fa in un minuscolo villaggio della Palestina. Lui è un falegname bello, aitante, desiderato da tutte: ama più donne contemporaneamente, sfidando i dettami dell’epoca e le leggi di un dio severo, ma è anche capace di mostrare sensibilità fuori dal comune, onestà, gentilezza. Lei è la timida nipote di un giudice, poco più che bambina, ma splendente di una grazia che si riflette nel carattere puro e privo di ogni malizia. I loro nomi sono Giuseppe e Maria.Tra tante, il falegname sceglie proprio questa fanciulla, che ha conosciuto sin dalla tenera età, per farne la sua compagna di vita e lei lo ricambia con tutto il cuore. Ma all’apice del loro amore, accade un fatto increscioso e all’apparenza terribile: Maria resta incinta di un altro. Comincia così per Giuseppe un duello tra mente e cuore che lo tormenta per tutta la vita: la battaglia tra il desiderio di abbandonarsi alla fiducia e all’amore e la razionalità che nega il miracolo di una immacolata concezione e si dibatte nella gelosia più feroce. E tuttavia l’amore si impone e vince su tutto: il bambino che nasce viene chiamato Gesù. Festa Campanile ci regala questa delicatissima storia narrandola attraverso gli occhi di Socrates, un greco che lavora per Giuseppe e finisce per diventarne amico e confidente. Questo sguardo razionale e disincantato evita all’autore i toni mistici e dona alla vicenda una concretezza che si può quasi toccare. Vi sono pagine di allegria, di amarezza, di poetica semplicità. I personaggi sono trattati con grande rispetto canonico eppure emergono vivaci, da una narrazione piena di guizzi come nessuno si aspetta da una storia a sfondo religioso. Il perché è presto detto: come recita il titolo, la religione non entra in causa e la questione principale è l’amore. Anche la figura di Gesù è delineata in modo originale, in quanto nella sua perfezione è reso, in un certo senso, distaccato e distante: contrasta, così, con l’umanità rappresentata da Giuseppe e Maria, che hanno i loro limiti e si dibattono in un groviglio di sentimenti. Il linguaggio scelto è semplice e diretto, le descrizioni sono molto nitide. Anche la caratterizzazione dei personaggi secondari non manca di profondità e si aggiunge alla ricostruzione storica piuttosto dettagliata per creare un affresco coinvolgente della Palestina dell’epoca. |
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Pasquale Festa Campanile - Per amore, solo per amore
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