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Gérard de Villiers |
2009 |
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Roulette Cambogiana |
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Roulette Cambodgienne, 1974 |
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Serie SAS |
# 35 |
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Segretissimo SAS n° 16 |
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Come ci è finito Malko in un angolo sperduto della giungla cambogiana? È lui il primo a chiederselo, mentre piovono colpi di mortaio sulla linea del fronte che divide le truppe governative dai khmer rossi in avanzata su Phnom Penh. L'obiettivo è il generale Krom: braccio destro del maresciallo Lon Nol sostenuto dal governo americano, è diventato un ostacolo per i piani della CIA e dev'essere tolto di mezzo senza troppo rumore. Più facile a dirsi che a farsi, visto che il generale sospetta di chiunque ed è capace di scannare personalmente i suoi nemici. A Malko non piace l'idea di ritrovarsi tagliato a fettine, ma è un'eventualità tutt'altro che remota in un paese sprofondato in un bagno di sangue dove le più atroci crudeltà sono all'ordine del giorno. Sopravvivere in quell'inferno è come giocare alla roulette russa in versione locale. Non basta allora essere il miglior agente sulla piazza, ci vuole anche una buona dose di fortuna. E il Principe delle Spie ama il rischio calcolato. L'azzardo molto meno. L'autore incoronato dal "New York Times" come il più grande scrittore di spy story del mondo, con oltre 100 milioni di copie vendute! TRAMA del 1975: «In Cambogia, tutti trafficano e tutti tradiscono, mentre la capitale è stretta in una morsa di fuoco. Bisogna arrivare a un compromesso. Lo pensa il dipartimento di stato americano e, di conseguenza, lo pensa anche la CIA. Chi invece non è d’accordo è il generale Oung Krom, braccio destro di Lon-Nol e feroce torturatore. Per eliminare il poco simpatico elemento arriva in Cambogia il principe Malko Linge. Malko, come si sa, è abituato a muoversi in ambienti diversissimi ed è dotato di capacità di adattamento notevoli, ma qui perfino lui viene messo a dura prova. In un posto dove tutti si amano, si ingannano, si lasciano e si riprendono, il compassato SAS si muove con un certo disagio. Per fortuna, incontra Doug Frankel, un residente della CIA meno fallito di quanto si pensi, la cinesina Monivanh e la vietnamita Ti-Nam, che gli danno una mano e, soprattutto, lo aiutano a capire “dall’interno” l’intricata situazione cambogiana. È proprio come giocare alla roulette: per quanti sistemi si possano inventare, se non interviene la fortuna, anche il più incallito dei giocatori rischia di perderci la buccia.» |
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Gerard De Villiers - Roulette Cambogiana
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