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Marcella Olschki |
Terza liceo 1939 |
Vincitore Opera prima 1956 |
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Avanti!, 1956 |
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"Terza liceo 1939" è la memoria di un episodio vero, incredibile e penoso, occorso a una studentessa di liceo: e potrebbe accadere anche oggi, e forse accade un suo simile. Sicché questo libro in primo luogo fa interrogare sull'urgenza di rivedere ogni situazione in cui - per necessità d'ordine o d'efficienza - persone umane siano esposte per un lungo periodo a un potere regolare e insieme arbitrario, come vige nelle istituzioni educative di ogni livello. Ma nel racconto di Marcella Olschki (che data 1956, ricevendo in quell'anno un premio significativo) a quell'episodio, centro e acme del libro, si arriva gradualmente, alla fine di un attento viaggiare dentro a una classe di liceo fascista. Gli alunni di sempre, i professori alcuni bravi altri miseri con un in più di conformismo servilistico e, a segnare il divario tra la scuola di ieri e quella d'oggi, un'invadente propaganda fascista tanto imbecille da originare effetti esilaranti. E Piero Calamandrei, nella Prefazione al volume, faceva notare quanto diversa la risata di quei giovani dai visi di ferro dei loro coetanei biondi che presto gli italiani avrebbero conosciuto nella divisa nera delle SS. Non aderivano, gli studenti della III Liceo dell'A. S. 1939, alla sostanza di una scuola in cui la mancanza di ogni libertà di scelta autonoma, inibiva ogni interesse sincero e meditato. E quella estraniazione, nel contesto del totalitarismo, aveva effetti di libertà. Ma la stessa estraneità, in un liceo che, a parte la mistica fascista, in realtà, non è cambiato molto nemmeno per la legge, in una società pluralistica come è quella d'oggi, che effetti avrà? È la domanda di questo ricordo degli anni di scuola. |
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Marcella Olschki - Terza liceo 1939
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