Antonio Franchini - Camerati: quattro novelle sul diventare grandi


Antonio Franchini

1992

Camerati: quattro novelle sul diventare grandi 


 

I ragazzini dodici-tredicenni che inseguono il pallone nelle pagine di "Camerati" hanno idee vaghe sulla politica, i partiti e le ideologie. Ma gli echi di quel mondo lontano li raggiungono lo stesso: attraverso genitori disamati, fratelli maggiori ammirati, ragazzi più grandi temuti. E uno slogan, un ragionamento orecchiato, un rancore, una rivalsa, un malessere bastano a farli schierare come su un campo di calcio. Quando arrivano le letture e la consapevolezza, i giochi sono già fatti, talvolta per un'inezia, e i destini segnati. In "Pagina Patrum", un differente "mondo lontano" è rappresentato da una lingua morta con la cui estraneità i ragazzi cercano di convivere, inserendola a forza nel giro dei propri riti quotidiani. Ne risulta una specie di misera mitologia, di epica futile e claustrofobica nella quale il gruppo si riconosce e si nobilita. Lo stesso succede per le chiacchiere degli adulti relegati nell'ufficio di "Esordio e raggiri", dove i rapporti di forza, le relazioni tra i vincenti, i perdenti, i protagonisti, le vittime e coloro che stanno a guardare non sono poi troppo diversi dai ruoli come si configurano per la prima volta in una classe. "Coblas capfinidas" è invece un'iniziazione alla letteratura e all'amore sempre in bilico tra il sublime e il ridicolo. Camerati (ma poteva essere anche "amici" o "compagni" o "colleghi") è un libro dove l'infanzia è crudele, l'adolescenza è goffa, la giovinezza vive tremendamente seria e la maturità sopravvive disingannata e immatura..

 

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