Bernard Berenson - Viaggio in Sicilia


Bernard Berenson

1992

Viaggio in Sicilia


 

Un viaggio in Sicilia che è viaggio nell’arte, partendo da Messina e arrivando a Palermo, facendo tutto il periplo della costa siciliana con qualche puntata nell’interno, a Piazza Armerina ed Enna. Un Berenson molto anziano, quindi quasi più attento alla comodità degli alberghi che altro, guarda le bellezze artistiche della Sicilia sempre ripensando al primo viaggio che vi fece, nel 1888. Ora invece siamo nel 1953, e l’autore, storico dell’arte di fama internazionale, quasi soffre nel vedere le città ingrandite, quasi soffocanti (e nel 2008 cosa direbbe allora?): si stupisce ad esempio di Siracusa, che un tempo era tutta rinchiusa nell’isola di Ortigia mentre ora (1953) si sta espandendo anche in “terraferma”. Nelle città non si dilunga in descrizioni. Di fatto il suo resoconto di viaggio è molto breve. Spende qualche parola in più giusto per i mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina, forse perché è la prima volta che li vede, ne resta affascinato dalla magnificenza, ma nota allo stesso tempo, da buon intenditore, che le maestranze che li hanno realizzati non sono così eccezionali, anzi! Infine si scaglia contro Goethe, accusato di non saper apprezzare altro che l’arte antica, tralasciando tutto il bello del Medioevo e del Barocco che animano la Sicilia. Berenson è anzi scandalizzato quando legge che Goethe passa da Monreale e non dice nulla del Duomo e del suo chiostro. Ma come!, sembra scagliarsi il nostro vecchio e stanco autore, possibile che Goethe non abbia saputo apprezzare tutte le meraviglie che la splendida Sicilia custodisce? Se letto nell’ottica del periodo, il II dopoguerra, questo libricino può essere un documento di come si stava riprendendo la Sicilia dopo la II Guerra Mondiale, ma altrimenti, dal punto di vista di chi legge il libro per intravvedervi il viaggio, resta molto poco. Le sue descrizioni infatti sono più vaghi accenni che discorsi veri e propri, proprio come farebbe la persona che avendo già visitato una o più volte una località o un monumento, ne parla distrattamente perché già lo conosce. È un libro scritto più per chi ama la Sicilia, per chi la conosce già, che non per chi ne voglia scoprire qualcosa in più.

 

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