Derek Raymond - Atti privati in luoghi pubblici


 # 45

Derek Raymond

Atti privati in luoghi pubblici

Public Parts And Private Places, 1967

 

Meridiano Zero, 2004

 

Soho, fine anni Sessanta. Cavalcando l’onda della rivoluzione sessuale, Viper e Mendip gestiscono una catena di sexy shop. Rampolli dell’ormai decadente aristocrazia inglese, si contendono il disprezzo della famiglia con le cugine Lydia, attrice di film pornografici e prostituta, e Beatrice, comunista convinta che vive in soffitta e cena con la servitù. Un weekend nella villa di Southminster raccoglie sotto lo stesso tetto, in un’atmosfera di istinti decorosamente repressi, un carosello di casi umani, e offre l’occasione alla penna di Raymond, graffiante già dagli esordi, per una corrosiva dissezione della società inglese. A Southminster tutti, vecchi reazionari e giovani ribelli, hanno un lato oscuro: convenientemente dissimulata sotto trucco e gioielli l’avidità di Lady Quench, urlata e sfacciatamente ostentata la vita di strada di Lydia. L’accumularsi delle tensioni accompagna lo sgretolarsi di una società destinata a implodere perché priva di contenuto, fino ad un climax di avvenimenti che è metafora del crollo dell’ordine costituito. I personaggi di Viper e Mendip, lucidamente ancorato ai fatti uno, sempre alla ricerca dei perché delle azioni umane l’altro, rappresentano a livello narrativo la doppia anima di Raymond autore della Factory. Lo sguardo cinico e crudo, senza intermediazione, mai giudicante e mai volgare neppure nel descrivere la volgarità, sulla violenza della vita che non lascia scampo è accompagnato dal desiderio di sondare la psiche alla ricerca delle motivazioni che spingono gli uomini ad agire. L’introspezione che nella Factory sarà pura e distaccata indagine psicologica, in Atti privati in luoghi pubblici sembra offrire una debolissima possibilità di riscatto, che i protagonisti, nel perfetto stile raymondiano, mancano comunque inesorabilmente.

 

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