L.R. Carrino - Acqua storta: la versione dell'acqua



 

 #  76

L.R. Carrino

Acqua storta: la versione dell'acqua


serie Mariasole Simonetti

# 1

 

Meridiano Zero, 2008

 

Due Note su La versione dell’acqua, un recital ispirato a/da Acqua Storta.

In Acqua Storta il silenzio di Mariasole è un atto d’amore smisurato, la forza immensa di una donna (figlia di un boss, quindi camorrista per ‘dovere’ di nascita) che sa della relazione del suo uomo con un altro uomo e tace, un doppio legame generato dalla condizione di ‘moglie tradita’ e di ‘moglie devota’, un doppio legame assicurato da uno nodo scorsoio che si restringe con la tensione dovuta al tradimento: la sopravveniente dolcezza di suo marito, sanguinario erede del clan, che determina la condizione ultima, mai paventata da Mariasole, di ‘moglie innamorata’. Il silenzio di Salvatore è invece una corrente ascensionale di rabbia e amoramento, la negazione di uno stato delle cose giustificata dal contesto che ubbidisce alla legge: “qualsiasi cosa, purché non si dica e non si sappia”. Ossia, la morfologia dell’amore meno no-ta, meno accettata da sé e dagli altri. Entrambi questi ‘silenzi’ non trovano respiro nelle parole di Giovanni, già in debito d’aria per la passione che lo ha travolto. Forse è questo il motivo per il quale molti lettori hanno reclamato la voce degli altri due coprotagonisti, lettori che mi hanno chiesto il motivo di queste assenze. Ebbene, non si tratta di assenze ma una misura della presenza. E di pudore. Ho restituito a Mariasole, novella Clitemnestra partenopea, il suono della voce che fluisce come fiotto dalla sua bocca-ferita, mentre si consegna fatalmente al suo Giovanni-Agamennone e al suo destino. Un sangue molto simile a quello di Salvatore, l’amante di suo marito: ecco perché i rossi del loro sentimento si confondono, si unificano, si abbracciano in un canto d’amore tutto (a due voci ne Le tue maniere), un modo altro per dire tutta l’anima dell’ineluttabilità. Perché la verità è che l’amore certe volte è ‘storto’ (storto per ‘chi’ è da decidere), ma il suo motore, il suo taglio, la sua ferita, è per tutti uguale.

Qui troverete le parole, la voce, i pensieri di Mariasole e di Salvatore. Qui ascolterete quello che Giovanni non poteva o non voleva sapere, quello che io non avrei voluto scrivere ma solo per pudore (anche il pudore è pudico). Qui troverete il timbro di Salvatore, di Mariasole, di Giovanni, così come sono, ovvero ‘sporchi’ di quotidianità e di poesia.

 


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