Steve Earle - Le rose della colpa


 

  # 16

Steve Earle

Le rose della colpa

Doghouse Roses, 2001

 

Meridiano Zero, 2005

 

Steve Earle, musicista e songwriter che da ormai vent’anni rappresenta una voce critica nel panorama musicale del suo Paese, non lascerà delusi i suoi fan neppure questa volta. Perché l’artista texano d’adozione è riuscito a trasportare in questa raccolta di racconti tutto il talento, la passione, la rabbia che caratterizzano le sue canzoni. Ma Earle è andato anche oltre, dimostrandosi un autentico scrittore, dotato di una prosa matura, acuta, e fondamentalmente sincera. “Quando si metteva a cantare tu gli credevi,” dice un personaggio del libro a proposito delle esibizioni di una giovane stella del country. Ecco, lo stesso si potrebbe dire di Earle e dell’America da lui raccontata. Nelle sue storie si incrociano battaglie di una vita, sconfitte personali, ferite profonde impresse sul corpo di un Paese. L’America della guerra in Vietnam e delle irrorazioni con l’Agente Arancio; l’America della frontiera con il Messico e dei coyotes che fanno la spola con il loro carico di immigrati clandestini trattati peggio della merce; l’America che convoglia tutta la sua rabbia nel rituale brutalmente asettico della pena di morte. Ma è anche un’America che Earle non riesce a smettere di amare, nonostante tutto. E il suo amore trasuda pagina dopo pagina, in un’oscillazione tra i toni favolosi e picareschi del primo Steinbeck e le atmosfere drammaticamente degradate di Bukowski. Gli eterni viaggi in macchina lungo le highways, il lavoro spezzaschiena nei cantieri per pochi dollari, le notti degli amanti accampati nel deserto, ma anche l’estetica decadente della vita di una rockstar distrutta dal crack (in un racconto dai risvolti chiaramente autobiografici), o del veterano malato che decide di tornare a Saigon per morire. Le rose della colpa è la riuscita celebrazione di esseri umani alla deriva, una lunga canzone dedicata agli emarginati che di questo mondo si sono ritrovati ad abitare le terre di confine.

 



Nessun commento:

Posta un commento