Alberto Arbasino - Mekong


Alberto Arbasino

Mekong

Finalista narrativa italiana 1995

Adelphi, 2018


Da quando gli Orienti sono diventati una discarica degli orrori dell’Occidente (con predilezione per luoghi prodighi di massacri, come la penisola indocinese), il viaggiatore disincantato può trovarsi a riscoprire immensi templi divorati dalla vegetazione, all’interno di campi minati e postazioni militari. Accade soprattutto oggi, vent’anni dopo il conflitto in Vietnam, quindici dopo il genocidio in Cambogia, mentre l’Indocina si riapre agli stranieri e ai consumi – e come l’Europa orientale e i Balcani mostra al mondo infastidito le atroci rovine economiche e culturali delle guerre ideologiche più violente e vane del nostro secolo. Ma oltre al Laos rustico e arcaico sulle pittoresche rive del Mekong, oltre alla tradizionale guerriglia tra i feroci tirannelli regionali, i primi visitatori dopo i disastri moderni ritrovano deserti e sconvolgenti i mirabili templi khmer avvolti dalla giungla e resi leggendari dai resoconti di generazioni di viaggiatori. Così oggi il sorriso arcano del Buddha, affiorante da antiche pietre, si accosta ossessivo alle ordinate scaffalature che espongono migliaia di teschi umani, nel vistoso monumento ossario alle vittime connazionali degli anni 1975-1979. Boschi, bonzi, mercati, regimi, restauri, macerie: un viaggiatore contemporaneo lungo questo grande drammatico fiume sarà continuamente diviso fra le tragedie e gli incanti.

 

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