Con il fido Palewski, Yashim si aggira in una Venezia spettrale e oppressa dal giogo della dominazione austriaca. Due cadaveri che appaiono nella melma dei canali fanno subito capire che la partita non sarà né semplice, né incruenta. Tra gli echi di Istanbul che risuonano in tutta la laguna - un palazzo che ospitava un caravanserraglio, dimore fatiscenti che celano tesori -, niente è come sembra, tutto rimanda a un disegno nascosto che muta di continuo, intrecciando presente e passato, finzione e realtà. Il ritratto di Maometto il Conquistatore di Gentile Bellini (o "attribuito a" come dicono prudentemente gli esperti), al centro di questo romanzo, non è invenzione. È un dipinto famoso oggi custodito alla National Gallery di Londra. Le peripezie storiche del dipinto sono ricostruite da Goodwin in una divertente Appendice al romanzo.
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