Un delitto praticamente sotto casa, a Roma il trentesimo dell'anno, e l'imputazione ad un amico, trascinano Marè in una nuova inchiesta. Seguendo l'indagine del vecchio commissario conosceremo da vicino persone e situazioni "tipici" del nostro tempo, e scopriremo parte rilevante della realtà di Roma. Che è "come sempre, la stalla e la chiavica der monno, e se non del mondo almeno dell'Italia, ma anche, ancora, il teatro di una lotta senza fine tra reazione e progresso, tra decenza e monnezza, tra persone per bene e ladri d'anime e quadrini!..., tra chi ama e chi stupra. Tra chi crede in qualcosa di giusto e di pulito e chi non crede a niente se non ai soldi ai vizi e all'interesse suo..." È la Roma cresciuta dopo "le bombe del '93", inquinata dal malaffare e dalle distorsioni del potere, penetrata nel profondo dalle mafie, tarata dal vizio e dalla decadenza culturale, quella in cui Marè indaga e cerca verità. Una Città eterna in cui sembra che "i bòni avemo perso... e non c'è scampo, non c'è loco de Roma che te scampi" perché in qualsiasi rione o quartiere tu viva, t'illudi d'essere immune dal contagio "e invece stamo co' le scarpe ne la fanga... e crimine e criminali, malaffare e corruzione, zella pubblica e privata... te ce trovi in mezzo: e il cancro è qua, pure qua: nelle immediate vicinanze".
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