Piero Colaprico - Corrado Genito & Francesco Bagni


 

Piero Colaprico

Corrado Genito & Francesco Bagni

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Corrado Genito , soggetto un po’ particolare: andato via dall’Arma ha aperto un’agenzia per la sicurezza. L’aveva chiamata Cotonifici Italiani Associati, leggi Cia, ma sembrava uno scherzo; muscoloso ma abbastanza sovrappeso. C’è in lui un aspetto di follia che a volte spaventa. Onesto, nel senso che non ruba né ai clienti né ad altri. Intelligente, perché sa muoversi bene in vari ambienti. Duro, perché ha la testardaggine necessaria a non perdersi per strada. Ma, a volte, la differenza tra lui, che era stato un capitano dei carabinieri, e un criminale cresciuto tra riformatori e penitenziari, è solo nel fine, non nel metodo.

Francesco Bagni nasce in Svizzera, figlio d’immigrati, mamma sarta e papà capocameriere. Parla bene le lingue, si arruola nella polizia italiana intorno a vent’anni. Dopo varie esperienze, entra alla Sezione Omicidi della squadra Mobile di Milano, ne diventa ispettore capo. È il punto di riferimento dei colleghi.

Romanzi

1

 

Sequestro alla milanese, 1997

😀 

2

Kriminalbar, 2000

😀 

3

Trilogia della città di M, 2004

😀 

4

La donna del campione, 2007

😀 

5

La strategia del gambero, 2017

😀 

6

Anello di piombo, 2019

😀 

 

 

 

 

Riduzione teatrale

 

Qui città di M. (2007 - )

di Piero Colaprico

con Arianna Scommegna

regia Serena Sinigaglia

 

Un monologo per sette personaggi scritto ad hoc su Arianna Scommegna da Piero Colaprico. Qui città di M., spettacolo che ha debuttato nel 2007 e non perde oggi un soffio d’attualità, è ambientato a Milano, ci sono tre morti ammazzati in un cantiere, un colpo di scena finale e sette personaggi interpretati da un’unica attrice. Dal fondo della sala arriva il capocantiere bergamasco, che ha scoperto i corpi, per poi trasformarsi nella ruvida detective meridionale integrata al nord, nel nevrotico e trendy commissario Bagni, nella giornalista tv un po’ scema, nell’agente della scientifica, entomologo di cadaveri infoiato del suo mestiere, ma anche in un surreale becchino-poeta e in un vecchio taxista interista, simbolo di una città che in mano non ha più il cuore ma solo il telecomando. Glieli ha cuciti addosso Piero Colaprico, giornalista e romanziere giallo, occasionalmente (e su richiesta della Sinigaglia) in veste di drammaturgo.

 

 

 

 

 

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