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Arrigo Benedetti |
Il passo dei Longobardi |
Candidato 1964 |
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(Edizione Mondadori, 1964) |
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Fatti, sentimenti, ideologie colti nell'ambito di una società esemplare di un'epoca e di un costume: dall'indomani della seconda guerra mondiale al 1944; in una città come Lucca, chiusa fra le sue mura e raccolta da secoli in una propria storia particolare. Il lento fluire degli anni, lo snodarsi di avvenimenti grandi e minimi, di cui taluni di dimensione europea, la folla di personaggi della realtà, atmosfere domestiche e paesaggi, le passioni politiche del periodo tra le due guerre, hanno offerto a Benedetti l'occasione di un indimenticabile ritratto della sua città Lo scrittore narrante in prima persona e allo stesso tempo oggettivo, diviene come una “voce” interprete di un mondo resuscitato dalla memoria e all’invenzione. In tal senso Il passo dei longobardi (il nemico in ogni epoca, é sceso in Lucchesia dall'Appennino, da quegli stessi monti da cui derivano le favole e i miti cittadini) è un romanzo storico: sia nel rievocare fatti lontani che rivelano le strette relazioni fra l'Europa e il piccolo Stato mercantile toscano, sia nel registrare vicende del più vicino ieri. Storico, come può esserlo il libro di uno scrittore essenzialmente lirico, che del vero é portato a cogliere e restituire il senso, non i dati esteriori, e ai personaggi, compreso il protagonista narrante, attribuire un'entità per più versi fantastica. Una ricostruzione, si potrebbe dire, filtrata dal ricordo, ma assunta come quadro di un'epoca alla luce dell'immaginazione. |
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Arrigo Benedetti - Il passo dei Longobardi
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