Roger Nimier - Le spade


 

  # 9

Roger Nimier

Le spade

Les épées, 1948

 

Meridiano Zero, 2002

 

François Sanders, “un ragazzino piuttosto biondo”, prepara con calma, quasi con pedanteria, il proprio suicidio: Il colpo non va a segno. Claude, la sorella di cui il giovane è innamorato, lo sorprende: tragico, nell’innocenza del ridicolo. Questo l’episodio con cui prende avvio Le spade, quasi Nimier volesse catturare attraverso un fermo immagine la tessitura psichica del protagonista, destinato a non diventare mai abbastanza vecchio per esercitare la disillusione ma sempre troppo giovane per non restarne infatuato. François, avido di passioni che vive nello spasmo del proprio nichilismo, brucia la parabola della sua giovinezza all’insegna della contraddizione. Accostatosi alla Resistenza passa tra le fila della Milizia, con un gusto del tradimento che si fa flagrante e con un piacere per la violenza, un disprezzo per ogni giustificazione morale nitidamente ritagliato entro la tensione simbolica che lo sorregge. Del tentato suicidio iniziale sino allo sbandamento del collaborazionista incapace di uccidersi, in una Parigi a festa per la Liberazione, François agisce, tradisce, uccide allo scopo di annientare simboli, nella strenua difesa di un io che non vuole ’aderire’, votandosi a un ’estetica del sacrificio vana e intimamente oscena. Affidato a una prosa pressante e disinvolta, questo libro va a collocarsi in un limbo felicemente imbattezzabile, tra la provocazione corrosiva di Céline e le ragioni, mai assorbite, della ’rivolta’ di Camus.

 



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