Maj Sjöwall & Per Wahlöö - L'uomo al balcone


 



Maj Sjöwall & Per Wahlöö

L'uomo al balcone

Mannen på balkongen, 1967

serie Martin Beck

# 3

 

Sellerio, 2006

 

Stoccolma è sconvolta da una serie di omicidi a sfondo sessuale. Le vittime sono delle bambine innocenti, adescate mentre giocano nei parchi della città. I pochi testimoni le hanno viste intrattenersi amichevolmente con un uomo. Evidentemente l’assassino riesce a guadagnare la loro fiducia. Il commissario capo della polizia di Stoccolma Martin Beck coordina la squadra degli investigatori tra intuizioni e problemi personali dei suoi uomini, e le incertezze e i ricordi suoi propri. Beck, come diceva Maigret di se stesso, «non pensa mai»; segue tenace e pesante le tracce che il lavoro gli porge: il lavoro di strada, sui testimoni fortuiti e distratti, sugli ambienti che si riesce a circoscrivere. E aspetta che qualcosa succeda nell’inchiesta: ed è questo, aspettare, la sua abilità principale; insieme alla memoria. Magari qualcosa a cui nessuno aveva badato all’inizio che si connette a un nuovo indizio. Questa terza inchiesta di Martin Beck, dopo i casi narrati in Roseanna e Un assassino di troppo, fu scritta nel 1967. Siamo dunque all’origine del noir scandinavo, con la sua storia iniziata proprio dalla coppia Sjöwall-Wahlöö negli anni Sessanta, sicuri capostipiti del successo, oggi, di Mankell. Un sottogenere a suo modo autonomo, la cui riconoscibilità deriva verosimilmente dal contrasto che lo anima. Abbiamo una società ordinata e pulita, dentro cui il crimine taglia profondamente come la lama che affonda nel burro. Delitti gelidi e solitari, del tutto superflui, compiuti da killer confusi nell’anonimato di una vita in apparenza irreprensibile e uguale alle altre, che sollevano perciò domande angosciose e poco pratiche. In cui il difficile non è tanto trovare il disegno di una logica psicotica o maligna, quanto riuscire a intravedere quella differenza, quella crepa in una superficie sociale omogenea che riesca ad avviare la pista. E i detective sono antieroi, che non vedono l’ora della pensione; e cercano come si cerca la polvere sotto i tappeti di una casa ossessivamente pulita con la frustrazione di essere i soli a conoscerne la presenza. Navigatori di un malessere opaco e diffuso.

 


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