Samuel Beckett - Aspettando Godot


 

 

Samuel Beckett

Aspettando Godot

Waiting for Godot, 1952

 

    

Einaudi, 1997

 

La celebre opera teatrale Aspettando Godot venne scritta verso la fine degli anni Quaranta e pubblicata nel 1952, in lingua francese. Samuel Beckett, scrittore e drammaturgo irlandese, nonchè esponente di spicco del Teatro dell’Assurdo insieme a Ionesco, Adamov e Pinter, nel 1954 tradusse il testo in inglese. Il teatro dell’assurdo è un particolare genere teatrale che si sviluppò tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Aspettando Godot è una tragicommedia in cui emerge la crisi di identità degli esseri umani e la loro difficoltà di comunicazione. Essi vivono una vita priva di scopo e di significato e, forse proprio per questo, suscitano l’ilarità del pubblico. Un protagonista assente intorno al quale si costruisce la condizione dell’attesa e dialoghi privi di significato e ripetitivi caratterizzano le scene dando vita ad uno dei più noti testi teatrali del Novecento. Nel primo atto i due vagabondi Estragone e Vladimiro attendono un certo Godot in una strada di campagna. Non solo il luogo e l’ora dell’appuntamento sono vaghi, ma lo è anche l’identità di Godot . I due credono, in realtà lo sperano, che quando Godot arriverà, li accoglierà nella propria casa e si occuperà di loro. Altri due personaggi si affacciano sulla scena: il proprietario terriero Pozzo e il suo servitore Lucky, tenuto al guinzaglio. Pozzo parla con i due vagabondi i quali alternano momenti in cui sono interessati o incuriositi da lui, a momenti in cui sono sconvolti dalla triste condizione del servo Lucky. I due passanti poi, non prima di essersi azzuffati, riprendono il loro viaggio. Intanto è calata la sera e Godot non si è fatto vivo. Giunge però un suo messaggero che comunica le scuse di Godot per il mancato arrivo e l’indicazione che ci sarebbe stato, di certo, il giorno dopo. I due presi dallo sconforto, pensano di uccidersi, poi di andare via, alla fine decidono di restare. Così si conclude il primo atto. Il dramma è poi composto di un secondo atto in cui accadono le stesse cose. Due uomini attendono un terzo uomo, ma il terzo uomo non arriva. Ma chi è Godot? Destino, morte, fortuna. E se fosse Dio? Godot in effetti richiama la forma inglese God. Se si pensa a tutti questi possibili significati,  l’attesa di Vladimiro ed Estragone diventa l’attesa per antonomasia, l’Attesa per eccellenza. Lo stesso Beckett non ha mai chiarito questo enigma ed anzi si è così espresso: “Se avessi saputo chi è Godot lo avrei scritto nel copione.”. Per quanto riguarda Pozzo e Lucky ci sono tutti gli elementi per pensare che siano il capitalista e l’intellettuale. Un’opera controversa, certamente non comune, ma assolutamente geniale. Una vera e propria rivoluzione del teatro contemporaneo fatta di silenzi, di pause, di mancanza di significato che poi, a tutti gli effetti, ne esprime uno. Il linguaggio o la sua inadeguatezza stanno a rivelare quanto sia difficoltosa e scarna la comunicazione tra esseri umani. Sempre più frequenti invece le barriere, l’assurdità, il nonsense della vita stessa. Un’opera dagli innumerevoli spunti di riflessione.

(https://www.my-libraryblog.com/aspettando-godot-samuel-beckett/)

 

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