Carlo Flamigni - Senso comune


 

 

 

Carlo Flamigni

2011

Senso comune

Serie Primo Casadei

# 5

Sellerio

La squadra surreale di Primo (inteso: «Terzo») Casadei, si trova nel folto di una di quelle selve di ostacoli che il cosiddetto «sistema Italia» diventa spesso e volentieri per i suoi figli. Il coriaceo Proverbio, sempre più ateo nonostante l’età, è ricoverato in un reparto di cure intensive; con lui sono quattro vecchietti in stato vegetativo, i quali muoiono in successione da un giorno all’altro, generando diffuso sospetto. Intanto Pavolone, il gigante buono, e Maite, sua inarrestabile compagna, hanno deciso di fare un figlio ma possono concepirlo solamente mediante fecondazione assistita e questo li immette nella follia di decreti e di divieti. Così, questa nuova avventura con il delitto degli involontari investigatori del tranquillo paese di Romagna, inizia come un racconto-verità, però satirico e grottesco, dentro i dilemmi della bioetica, quelli che il nostro paese riesce a ritorcere in modo da smarrire per sempre il buon senso comune. Ma presto, mentre Primo tenta di salvare tutti dai vertiginosi labirinti clinico legali e riflette a voce alta su deduzioni e controdeduzioni, la storia scivola lentamente nel giallo. È arrivato in paese il cugino Giuseppe, giornalista d’inchiesta intransigente. Segue la fidanzata Dorotea, aspirante showgirl a un concorso di bellezza; ma soprattutto è lì per indagare sui misteri della villa, nei paraggi, di un uomo potentissimo, detto il Presidente. E tra i risvolti equivoci dell’ambiente dello show business e i misteri della villa del Presidente avviene il delitto. Primo Casadei, cui Giuseppe aveva chiesto aiuto per avviare l’inchiesta e che allo scopo s’è trovato in contatto con personaggi oscuri, assiste allo svelarsi di cause e moventi, fino al nucleo occulto di un potere immenso che sgomenta eppure s’è già incistato nel senso comune della vita pubblica. È l’Italia di oggi che va in scena, da una delle sue mille province profonde, in questo caso una costa romagnola che il turismo non riesce a mutilare dei suoi caratteri originari. La tenaglia dell’ipocrisia burocratizzata sulle libertà degli umili, la smaccata impunità di chi possiede il potere assoluto. Usando la chiave del giallo per dar forma narrativa alla baruffa ignorante e confusionale in cui oggi consiste il dibattito sui problemi etici, con la sua premeditata conclusione: la resa morale di tutti, perfino del protagonista del romanzo.

 

 

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